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Il 27 agosto del 1984, in piena dittatura cilena, un uomo alto, magro, moro, con folti baffi neri arriva negli uffici di una rivista di opposizione. È un agente dei servizi segreti. Voglio parlare, dice, e la giornalista accende il registratore per ascoltare il racconto agghiacciante e inedito di chi ha eseguito sequestri e sotterrato cadaveri, una testimonianza che aprirà la porta verso una dimensione fino ad allora sconosciuta. Messaggero dell'altro lato dello specchio, con la sua confessione l'"uomo delle torture" confermava e rendeva irrefutabile l'esistenza di un universo parallelo e invisibile dominato dall'orrore e dal sopruso del potere. Prendendo le mosse da questa scena reale, Nona Fernández entra nella vita dei protagonisti di quella sinistra testimonianza, recupera le storie di quanti negli anni Settanta e Ottanta furono vittime della dittatura e attiva i meccanismi dell'immaginazione per accedere là dove documenti e archivi non sono stati in grado di arrivare, perché a volte l'"immaginazione è più nitida della memoria". Tra cronaca, letteratura e diario personale, "La dimensione oscura" parla di colpa, pentimento e delle emozioni di un intero paese, il Cile, di fronte a un passato fosco e brutale.